Itaca (Tip) entra in Landi Renzo

La holding di investimento coprirà fino a 39,4milioni l’aumento di capitale da 60 milioni della quotata
L’ad Musi: siamo vicini ad acquisizioni negli Stati Uniti per rafforzarci nell’idrogeno e nel biometano

Itaca (Tamburi) nella holding che controlla Landi Renzo

Itaca entra nel gruppo Landi Renzo. La holding di investimento rileverà attraverso un aumento di capitale fino a 39,4 milioni di euro una quota
di minoranza nella cassaforte che detiene il 59,2% della società specializzata nel settore dei componenti e dei sistemi di alimentazione a metano, gnl, gple
idrogeno.

L’esborso sarà interamente sostenuto da Tamburi Investment Partners (Tip), primo socio e co- fondatore di Itaca con Sergio Iasi, Angelo Catapano, Massimo Lucchini. L’operazione si inserisce nell’ambito di un aumento di capitale da 60 milioni di Landi Renzo che sarà sottoscritto per massimi 50 milioni dalla nuova controllante del gruppo, in parte con i fondi messi a disposizione da Tip e in parte con compensazione dei crediti vantati dalla famiglia Landi. L’entità della partecipazione di Itaca dipenderà dunque
dalla percentuale di adesione del mercato all’aumento di capitale di Landi Renzo, ma è previsto che in ogni caso la famiglia Landi conservi almeno il 51% della holding di controllo. I proventi saranno impiegati secondo la strategia delineata nel piano industriale al 2025 che punta a coprire tutta la catena del valore del biometano e dell’idrogeno: dalla produzione al trasporto, dalla compressione ai rifornimenti.
«Le nostre due divisioni di infrastrutture e mobilità sono da sempre abituate a lavorare sui gas», spiega Cristiano Musi, ad di Landi Renzo, «biometano e
idrogenolo sono e, nonostante alcune differenze, rispondono alle medesime logiche industriali»

Complice la stretta dei governi sulle emissioni del trasporti, la domanda di tecnologie per gestire questi combustibili è in aumento. «Già quest’anno venderemo in Cina 6.000 regolatori per l’idrogeno per bus e camion», aggiunge il numero uno del gruppo, che ha chiuso il 2021 con ricavi per
242 milioni e un ebitda di 14,6 milioni. «Stiamo poi lavorando con diverse importanti imprese europee su altre applicazioni dai veicoli commerciali in su; abbiamo ricevuto anche manifestazioni d’interesse per utilizzare l’idrogeno per alimentare i treni e addirittura in un importante progetto aerospaziale».
Per soddisfare la richiesta dei clienti in termini di produzione e soprattutto di ricerca e sviluppo, Landi Renzo è pronta a sfruttare i 60 milioni di risorse fresche per azionare la leva m& a.
«Abbiamo già individuato alcune opzioni strategiche vogliamo in particolare rafforzarci negli Stati Uniti, un mercato molto importante per l’idrogeno e il
metano dove contiamo di espanderci», anticipa Musi. Il gruppo già genera gran parte del suo fatturato all’estero, in piccola percentuale anche in Russia. Una minima esposizione che comunque non preoccupa Landi Renzo, che dalla storica diversificazione geografica ha sviluppato l’abitudine a gestire l’alterno andamento delle relazioni geopolitiche. A Piazza Affari ieri il titolo ha chiuso in rialzo del 4%.